Intervista ad Antonio
Pantano
(Antonio Pantano – Arcandia 2014)
E’ appena uscito come autoproduzione il primo album di Antonio Pantano e si
chiama Arcandia. Visto il valore dell’album, l’occasione era troppo ghotta et
il vostro wanderer ne ha approfittato per fare una chiacchierata con l’artista.
Buona lettura !
Ciao Antonio, prima di tutto
vorrei farti i complimenti per il tuo lavoro. Sia musicalmente che come
oggetto, il tuo cd è un prodotto estremamente curato e interessante. Puoi
presentarcelo?
Certamente. Vedi avevo in mente precisamente il risultato finale. Concepire
il cd come digipack era quello che volevo. In questo modo bisogna aprire il cd
proprio come si apre un libro e allo stesso tempo l’aspetto cartaceo,
“cartonato” del digipack rafforza l’idea di libro.
Quanto tempo hai impiegato
per creare il tuo album, di cui ricordo ti sei occupato di tutto, dalla storia
alla scrittura di tutte le parti strumentali, e da dove è nata questa tua idea?
Ho cominciato a comporre nel giugno 2012. Il tutto mi ha occupato per circa
due anni come vedi. Ho avuto un colpo di fulmine due anni fa quando comincia a
leggere in inglese il libro Le Cronache del ghiaccio e del
fuoco (A Song of Ice and Fire) dello scrittore George R. R.
Martin. Non sapevo ancora che dal libro era stata tratta la serie televisiva
della HBO. L’idea che ho avuto è che mi sarebbe piaciuto avere una colonna
sonora durante la lettura del libro. Cosi’ di getto sono nate le due prime
composizioni Hymn to the Brave e Valley of the Dragons. Poi da cosa nasce cosa
e non ho mai perso l’ispirazione fino al risultato finale.
In certi momenti, durante
l’ascolto, si puo’ notare una componente epica che puo’ far pensare ai Rhapsody
Of Fire. Quali sono le tue influenze musicali?
Guarda hai ragione. Ammiro molto i Rhapsody Of Fire e specialmente il modo
di suonare di Luca Turilli. Non mi vergogno a dirlo ma ti posso dire che sono
cresciuto ascoltanto tantissimo i Queen e i Rhapsody Of Fire che all’epoca si
chiamavano ancora Rhapsody. Quindi si, non nascondo le mie influenze ma penso
allo stesso tempo di aver proposto un lavoro originale.
Originale senza dubbio. Hai
anche curato la cartina del mondo che hai immaginato e dove si svolgono gli
avvenimenti del tuo disco. Come hai affrontato questa cosa?
Mi sono reso conto, man mano che componevo e che scrivevo la storia, che
stavo creando un mondo fantastico. Questo mondo con le sue regioni, le summer
lands, le frozen lands o il mare di Orania, avevo voglia e sentivo il bisogno
di visualizzarle e di fissarle su una carta. Per avere una coerenza maggiore e
poter proporre un prodotto ancora piu’ interessante e completo possibile. Sono
andato sul sito deviantart che riunisce numerossissime gallerie di artisti e ho
cercato delle cartine che mi potessero interessare. Purtroppo i prezzi per
aquistare un’opera e poterla poi utilizzare sono troppo onerosi e ho lasciato
perdere. Ho lasciato perdere fino a un certo punto. Ho cominciato a cercare su
youtube diverse video su come realizzare una cartina, una mappa, e piano piano
mi ci sono messo e ho realizzato quello che volevo. Quando non componevo,
disegnavo e viceversa. Alla fine mi sembra di aver raggiunto un buon risultato.
Quando dicevo che hai curato
il tuo album dalla A alla Z non esageravo. Hai anche dovuto occuparti della
parte promozionale che sia utilizzare youtube o pubblicare l’album su
bandcamp.com. Cosa ci puoi dire a proposito?
Che è un lavoraccio ! In effetti bisogna veramente darsi da fare. Ho
inviato l’album a numerose case discografiche. La maggior parte mi ha risposto.
Negativamente, ma mi ha risposto. Purtroppo non sono molto interessate a
pubblicare un album strumentale a carattere fantasy. Allo stesso tempo
riconosco che sotto il profilo dei “social media” sono riuscito a fare una
promozione, forse non professionale, ma mi fa piacere vedere che il disco si
vende in Italia e in tutto il mondo.
|
artwork, layout © Antonio Pantano
|
|
artwork, layout © Antonio Pantano |
Credo che lo scopo di un
artista sia proprio quello di poter diffondere e far conoscere il proprio
lavoro. Che piaccia o meno, l’importante è che il messaggio trovi un pubblico.
Sono d’accordo. Il disco l’ho fatto per me. Ne sentivo il bisogno e avevo
davvero voglia di creare qualcosa. Qualcosa che possa restare. Allo stesso
tempo come artista mi fa piacere che l’album possa essere ascoltato da più
persone e che possa, spero, essere apprezzato.
L’album è disponibile in
formato fisico su bandcamp come detto. Non è prevista la copia digitale, come
mai?
Mi ricollego a quanto detto prima. Il mio scopo era di creare un’opere
completa: musica, una storia, una mappa, un cd che si apre come un libro, per
proporre una esperienza la più completa possibile. Mettere l’album in linea
significa amputarne una parte. Non è solo la paura che sia scaricato
illegalmente. Penso che se qualcuno lo scarica poi si sente un titolo o due
magari a caso, non vive completamente l’esperienza che mi sono sforzato di
creare.
Ti do’ pienamente ragione.
Questo album va ascoltato e in qualche modo vissuto. Personalmento l’ho
ascoltato sdraiato con delle cuffie e con il libretto tra le mani e mi sono
lasciato trasportare. Penso, e non è un difetto, che Arcandia sia un album
difficile. Bisogna entare in un mondo nuovo, cercare di conoscerlo, conoscere
la storia, la geografia e interpretare le linee melodiche, i dialoghi, i
rumori, i suoni e il tutto è strumentale. Non abbiamo la “facilità” di una
forma canzone con le sue strutture più tradizionali come strofa / ritornello
/ assolo e cosi via. Ci vuole
un’attenzione particolare che poi sara’ premiata.
Credo che hai colto pienamente il tutto. E’ un album di nicchia e richiede
una certa condizione per assimilarlo e apprezzarlo. Tra le critiche mi hanno
detto che manca il cantato.
Critica assurda. Perché è
logico che su un album strumentale non ci sia il cantato. E’ come comprare
un’auto elettrica e lamentarsi che non abbia la stessa autonomia di una
macchina che va a benzina. Allo stesso tempo credo che hai evitato un grosso
problema cioè l’utilazzazione di un narratore che descrive le avventure del tuo
mondo è fatto con parsimonia. La narrazione non interferosce sulla musica ma anzi
la mette ancora più in risalto.
Guarda è stato difficile cercare di dosare il tutto. Credo che i Rhapsody
da quando hanno “arruolato” Christopher Lee come narratore abbiano raggiunto il
giusto equilibrio tra narrazione e musica. Ho cercato di ispirarmi dalle loro
opere. Certo mi dico anche che se potessi avere a disposizione un cantante come
Fabio Lione potrei allora cercare di comporre diversamente e proporre una forma
canzone all’avvenire, chissà.
Fabio Lione non so se ti convenga
visto che tra Angra, Rhapsody e Vision Divine comincia a essere dappertutto.
Certo il suo talento è innegabile. Senti ancora una domanda sulla storia. Chi
sono i due personaggi principali Tarikk et Symond?
Sono io. Sono io allo stesso tempo. Uno rappresenta la mia parte più
gioiosa e vitale, l’altro la mia parte più pensierosa, cupa, riflessiva. Le
voci dei personaggi sono mie. Mentre la voce del narratore è di Peter Baker
della BBC.
Anche se sei in piena
promozione per Arcandia, hai già qualche idea per il futuro?
E’ vero. Sono in piena promozione e ti confesso che una volta terminato
l’album mi sto in qualche modo riposando un po’. I due anni di lavoro mi hanno
dato veramente molto da fare e ora cerco di rilassarmi. Allo stesso tempo ho
qualque idea per il futuro e cerco di lasciarla crescere e vedere che frutti
dara’.
Antonio ti ringrazio per
questa intervista. Vuoi concludere tu?
Sono io che ti ringrazio del tempo che mi hai dedicato e vorrei salutare
tutti i tuoi lettori e invitarli nel mondo di Arcandia.
Aucun commentaire:
Enregistrer un commentaire