Affichage des articles dont le libellé est instrumental. Afficher tous les articles
Affichage des articles dont le libellé est instrumental. Afficher tous les articles

11 nov. 2019

Australasia - Mercurio * Argento (2019) [chronique]

le chacal du métal


Australasia - Mercurio * Argento (2019)

instrumental / minimal / electro
self-released



salut à tous, voici la chronique du dernier album, un double single d'Australasia, qui se nomme Mercurio - Argento. De la très bonne musique.
Vous allez adorer !
bon visionnage !





7 nov. 2019

News : Australasia / Iron Kingdom / Bacchus Priest



News : Australasia / Iron Kingdom / Bacchus Priest


Salut à tous, voici trois news à propos de trois nouveaux albums, j'ai nommé Australasia / Iron Kingdom / Bacchus Priest. bon visionnage !






9 janv. 2018

[news] The Dead Centuries - new album and new song stream

THE DEAD CENTURIES Premiere "Attack of The Mutant" via PureGrainAudio; Debut Album Out Jan 26

For fans of Animals As Leaders, Scale The Summit, Protest the Hero, Periphery, Intervals

Instrumental Prog Metal THE DEAD CENTURIES Premiere "Attack of The Mutant" via PureGrainAudio

Debut Album "Race Against Time" Out Jan 26th, 2018

Visionary and highly influential writer Michael Moorcock, who worked with the bands Hawkwind and Blue Oyster Cult, memorably stated that ‘it is the business of the future to be dangerous’.

Ottawa three-piece THE DEAD CENTURIES are both futuristic and dangerous…which is as it should be. Influenced by Protest The Hero, Periphery, Paul Gilbert, Sithu Aye and Intervals, THE DEAD CENTURIES can easily hold their heads up in such exalted company.

Composing and performing technically precise instrumental progressive metal, THE DEAD CENTURIES are rich in virtuosity, melody, compositional skills, and most importantly...they create superb music to listen to. This isn’t the sound of three musicians showing off their undoubted skills, rather they are serving their songs above all else, with every fibre of their beings, every neuron firing in their minds, every tendon in their bodies. In a sense it is as if the three musicians that make up THE DEAD CENTURIES have become one mind in their own music.

Set to unleash their debut album "Race Against Time" on January 26th, 2018, the full length features ten tracks of melodic, high energy and refreshing material. Full of hook and sinker tracks, shining guitar riffs and overall escapades through their instrumental progressive metal has to offer.

Guitarist Adam Tremblett comments:
"The album title “Race Against Time” is loosely representative of the experience writing, recording, and preparing the collection of songs. Throughout the process there have been band member changes, last minute rewrites, and several other testing circumstances. These have only served to further determine The Dead Centuries to release a high quality release that truly represents the band as a whole."

Teaming up with PureGrainAudio, the trio premiere their second single "Attack of The Mutant" that features a guest guitar solo from Jeff Tremblett, brother of TDC guitarist Adam Tremblett.


Adam Tremblett adds:
“'Attack of the Mutant' is the heaviest song of the album thus far, using down tuned guitar and bass along with dissonant harmony to give the feeling of tension throughout the introduction. This tension is then resolved by a melodic, upbeat chorus which leads into another heavy section, followed by a guitar solo, and the album’s first guest solo. The song ends with several heavy parts, with the final section building into an extremely dissonant broken 'computer' sounding part.”

Listen to "Attack of The Mutant" at the following link: http://puregrainaudio.com/audio/the-dead-centuries-streaming-new-single-attack-of-the-mutant-featuring-jeff-tremblett-exclusive-premiere


Album pre-order for "Race Against Time" is available on the band's bandcamp here, iTunes and Google Play.

First Single - Song Stream - "Overdrive" ft. guest guitar solo James Krul (Mandroid Echostar) - https://www.youtube.com/watch?v=RNXocecyJ1I
 

Track Listing:
1. Freddy Lounds (4:07)
2. Gotham (4:18)
3. Reboot (3:33)
4.Tree Fort (5:49)
5. Blood Dragon (4:34)
6. Attack of The Mutant (3:57) ft. guest solo Jeff Tremblett
7. Venus Gospel (4:52)
8. Overdrive (4:29) ft. guest guitar solo James Krul (Mandroid Echostar)
9. Attack of The Mutant Pt. II (4:40)
10. Souvenir (5:14)
Album Length: 45:37

Album Band Line Up:
- Adam Tremblett – Guitar, Bass, Programming
- Bryant McNamara – Drums

Live Band Line Up:
- Adam Tremblett – Guitar
- Bryant McNamara – Drums
- Jacob McSheffrey - Guitar


For more info:
https://www.facebook.com/thedeadcenturies
https://twitter.com/deadcenturies
https://www.youtube.com/thedeadcenturies
https://www.instagram.com/thedeadcenturiesband
EPK - https://wp.me/pciNW-b5f
(Bio written by Steve Earles)

25 févr. 2015

[news] Arcandia - Lost Tales of the Nordic Warriors (2015)


Arcandia - Lost Tales of the Nordic Warriors (2015)

bonus disk


Arcandia just released his second full-lenght Lost Tales of the Nordic Warriors: Bonus Disk with all the tracks recorded during the "Arcandia" sessions between 2012/2014.
Click each track for further info and credits.
This bonus CD is for free on bandcamp of Arcandia. This album was released on 15 February 2015

COMPOSED**, PRODUCED & MIXED BY ANTONIO PANTANO
All instruments, Music by Antonio Pantano.
Keyboard solo on tracks N°07 and Piano on N°05 By Gabriels.
Drums & Live Percussion by: W.J. Mitchell
Recorded at Soundimension Records Studio & Nordik Studio Lab (Milazzo) between June 2012 - February 2014.


related links :
Arcandia interview : http://metallifer.blogspot.fr/2014/11/interview-interview-antonio-pantano.html
Arcandia review of the first album : http://metallifer.blogspot.fr/2014/12/review-antonio-pantano-arcandia-2014.html


4 déc. 2014

Antonio Pantano - Arcandia (2014) [italien]



Antonio Pantano – Arcandia (2014)



Se dovessimo riassumere con una formula il primo album di Antonio Pantano che si chiama Arcandia, potremmo dire che è un “piccolo gioiello”. Dobbiamo riconoscerere che a forza di recensire dischi e di pubblicare notizie di gruppi che si dicono gli uni più innovativi degli altri, dopo un po’ una certa routine ci assale. Per fortuna con Arcandia, Antonio sforna un album che si discosta da percorsi già tracciati e che vi parla al cuore.


Il concept


Alla base di Arcandia c’è un concept. Antonio Pantanto ha comprato due anni fa in lingua originale il libro Cronache del ghiaccio e del fuoco (A Song of Ice and Fire) dello scrittore George R. R. Martin. Non sapeva ancora che HBO aveva realizzato una serie televisiva tratta da questo libro. Cosi’ ha sentito il bisogno di avere una colonna sonora, un fondo sonoro, durante la lettura, per trasmettere e approfondire i suoi sentimenti. Allora si è messo a scrivere la sua colonna sonora. Questo album è il frutto della sua passione. Antonio ha composto, prodotto e mixato Arcandia. Non solo ne ha immaginato la copertina, il libretto, ha disegnato la mappa di Arcandia ma si dedica anche alla promozione dell’album. Possiamo immaginare con facilità a che punto si sia investito per realizzare questo progetto. Come risultato finale Arcandia si presenta come digipack, si apre come un libro ed è la colonna sonora fantasy che riunisce elementi del mondo di George R. R. Martin et di videogiochi come Skyrim o Warcraft.


La storia


Accanto al concept di realizzare un cd che possa offrire una esperienza completa come quella di guardare un film, leggere un libro o giocare a un videogioco, c’è un altro concept ossia quello della storia ambientata nel mondo di Arcandia. Per avere un impatto più forte Arcandia si presenta come album strumentale dove si trova qui e la’ una voce fuori campo che racconta parti della storia e che fa da filo conduttore tra i vari avvenimenti. Questa voce è quella di Peter Baker della BBC. Inoltre le voci dei personaggi sono state realizzate da Antonio. La storia, senza rivelare troppi dettagli visto che vi suggeriamo di comprare il cd, è quella degli abitanti delle summer lands che decidono di scoprire e di esplorare nuove terre e una volta attraversato il mare di Orania approdano nella frozen land. Qui incontrano degli abitanti e delle creature come troll, elfi e i pericolosi Unskinned. Riusciranno a soppravvivere ? Quale sarà il destino delle summer lands? Il grande talento di Antonio è quello di avere scritto una storia che si presenta sotto forma di flashback e di flashforward. Non c’è una cronologia, una successione di fatti diretta ma è il lettore che deve trovarla. Una volta ascoltato il disco e letto il libretto allora tutta la storia appare nella sua globalità.



La musica


Nella intervista che trovate in questo blog, Antonio Pantano rivela che le sue influenze musicali sono i Rhapsody Of Fire e i Queen. E’ evidente che il suono e certe architetture di alcuni titoli si ispirano al modo di suonare di Luca Turilli e ai dischi dei Rhapsody Of Fire. Ci sembra di trovare un’eco con l’album Legendary Tales. Inoltre l’idea di unire la musica a una voce fuori campo che i Rhapsody utilizzano da quando hanno introdotto Christopher Lee nel gruppo, questa stessa idea la ritroviamo in Arcandia. Bisogna sapere che su Arcandia l’utilizzo di una voce fuori campo dà un grande risalto all’album senza mai essere predominante cosa che, a notro modesto parere, i Rhapsody non riescono sempre a fare.
Musicalmente, ci sentiamo di dire che sui titoli piu’ lunghi come Majestic Wind of the Northlands o Escape from the Frost (Across the Crystal Lake) se il ricorso alla sinfonia puo’ far pensare ai Rhapsody e il gusto per certi arrangiamenti a Queen, ci sembra di trovare un feeling che ritroviamo nel modo di suonare di Joe Satriani sul suo album Surfing With The Alien. Troviamo anche un certa “risonanza” com due dischi come Journey To The Centre Of The Earth de Rick Wakemen (pubblicato nel 1974 e uscito in una nuova edizione nel 2014) e Last Days Of Utopia del gruppo Domain. 



L’album di Rick Wakeman mette in musica il libro di Jules Verne, Viaggio al centro della Terra. Sui 27 titoli che lo compongono 12 sono una voce fuori campo che riassume l’opera di Verne, altri sono strumentali e altri sono delle vere e proprie canzoni. Il tutto è arricchito di una componente sinfonica e corale assicurata dall’Orion Orchestra List Abbey e dall’English Chamber Choir. Il lavoro di Antonio Pantano va ancora più lontano visto che in Arcandia c’è il giusto equilibrio tra voce fuori campo e musica e in più c’è l’esplorazione di un mondo fantastico creato appositamente invece di una reinterpretazione di un mondo letterario già esistente.

L’altro disco con cui troviamo una certa “risonanza” è Last Days Of Utopia. Si tratta di un concept album incentrato sulla figura di un giovane che desideroso di avventura e di novità si imbarca lasciando il suo paese. Dopo un naufragio questo giovane si trova essere l’unico superstite e approda su un’isola dove regna la felicità. La capitale di quest’isola paradisiaca è la città di Utopia. Qui il giovane trova l’amore fino a quando gli abitanti dell’isola smettono di rendere omaggio alle loro divinità. Il giovane raccontanto la sua storia e il suo mondo ha fatto in modo di interessare gli abitanti dell’isola che non vedono l’ora di lasciarla anche loro per un mondo nuovo. Gli dèi adirati distruggono l’isola con pioggia e onde disumane. Domain è molto abile a creare una musica che corrisponda in pieno alle emozioni descritte come la gioia (la sete di nuove scoperte), l’armonia (la scoperta dell’amore), il dramma (la distruzione dell’isola). Ritroviamo questa forza e questa abilità in Arcandia e nei suoi arrangiamenti. Anche qui vi è la gioia legata alla ricerca di nuove terre e il fatto di imbarcarsi per nuove mete. Man mano che la storia si svolge, quando i morsi del freddo si fanno spietati, quando gli incontri diventano pericolosi, la musica sa essere rapida, dinamica, potente. Come invece quando scopriamo i boschi (Elvish Woods) o che conosciamo il destino della regina Orania, la musica diventa dolce, malinconica, triste con degli elementi più folk.

Per riassumere possiamo dire che questo album è rivolto a un pubblico paziente. Ci vuole del tempo per esplorarlo, conoscerlo, farlo proprio. Bisogna acoltarlo con attenzione e soprattutto lasciarsi trasportare nel fantastico e pericoloso mondo di Arcandia.


Voto 10/10









Antonio Pantano – Arcandia (2014)
1.         Intro: March to the Frozen Plain        
2.         Hymn to "Brave"       
3.         Valley of the Dragons            
4.         Icy Tempest (The Epic Frost)           
5.         Heroes of the Mighty Castle              
6.         Furia Divina (King Atheristan VI)    
7.         Orania            
8.         Ancient Folks of the North (Clash of the First Century)       
9.         Elvish Woods            
10.       Born from the Cold    
11.       On Top of the World
12.       Majestic Wind of the Northlands      
13.       Escape from the Frost (Across the Crystal Lake)     
14.       Closing: Return to Summer Lands     
15.       Cooley's Reel - Trad (Neoclassic Guitar Vers.) trad           
16.       DragonVale (RPG vers.)       


Bonus



Guardando un po’ più da viciono la mappa di Arcandia un dettaglio balza agli occhi : le frozen lands assomigliano al sud della Gran Bretagna. Un’occhiata al sito metal-archives.com ci permette di sapere che Antonio è originario di Milazzo (Sicilia, Italia) e che ha ottenuto il disploma di professore di ginnastica a Cambridge in Inghilterra nel 2010. questi due elementi ci permettono di avanzare due ipotesi.

Primo che Antonio conosce l’Inghilterra e la città di Cambridge. Se prendiamo una carta dell’Inghilterra e la ribaltiamo troviamo che Cambridge potrebbe essere il « small village » di Arcandia et che la città di Sheffild o di Nottigham potrebbe essere quella dove si trova la Atheristan Fortress.

A sinistra la mappa dell'Inghilterra rovesciata e a destra la mappa di Arcandia


Secondo, potremmo allora immaginare che il viaggio che i protagonisti di Arcandia compiono dal sud (le terre miti delle summer lands) verso il nord freddo e sconosciuto (frozen land) sia anche il viaggio che Antonio ha fatto nelle sua vera vita dal sud (caldo) dell’Italia (la Sicilia) verso il nord freddo (Inghilterra, Cambridge). Questa esperienza reale avrebbe allora dato una base per la realizzazione di Arcandia.





3 déc. 2014

Antonio Pantano – Arcandia (2014) [french]



Antonio Pantano – Arcandia (2014)



S’il fallait résumer avec une formule le premier album de Antonio Pantano qui se nomme Arcandia on pourrait dire qu’il est « un petit bijou ». En effet à force de chroniquer des albums qui sortent ou de poster de news de groupes qui se proposent les uns plus innovants que les autres, un certaine routine s’installe. Avec Arcandia, Antonio signe un album instrumental qui sort des chemins battus et qui vous prends aux tripes.

Le concept


A la base d’Arcandia il y a un concept. Antonio Pantanto a acheté il y a deux ans le livre Le Trône de Fer (A Song of Ice and Fire) de l’écrivain George R. R. Martin. Il ne savais pas à l’époque que HBO avait tiré une série télé depuis ce livre. Il a eu le sentiment qu’il lui fallait une bande son pendant la lecture pour transmettre et mettre en abîmes ses émotions. C’est ainsi qu’il s’est mit à écrire sa bande son. Cet album est le résultat de cette passion. Antonio a composé, produit et mixé Arcandia. Il s’est occupé de tous les instruments ainsi que de l’histoire. De plus il a imaginé la cover, le layout, il a dessiné aussi la carte d’Arcandia et il en assure la promotion. On peut facilement imaginer l’investissement que tout ce projet lui a couté. Au final Arcandia se présente comme digipack que l’on ouvre comme un livre et comme une bande son fantasy à la croisée de l’univers de George R. R. Martin et de jeux vidéos comme Skyrim ou Warcraft.

L’histoire


A coté donc du concept d’un cd qui puisse offrir une expérience approfondi comme celle de regarder un film, de lire un livre ou de jouer un jeu vidéo il y a un autre concept : celui d’une histoire qui se déroule dans le monde d’Arcandia. Pour donner encore plus de la profondeur à son ensemble Arcandia se présente comme album instrumentale où l'on trouve ici et là une voix off qui relate et fait le lien entre les événements. Cette voix est celle de Peter Baker de la BBC. En plus les voix de personnages sont faites par Antonio Pantano. L’histoire, sans trop en révéler puisque l’on vous suggère d’acheter l’album, est celle des habitants des summer lands qui décident de découvrir et d’explorer de nouvelles terres et en traversant la mer d’Orania débarquent dans la frozen land. Ici ils rencontrent d’autres gens et des créatures tels que les trolls, les elfes et les redoutables Unskinned. Sortiront-ils indemnes de tous ces rencontres ? Quel sera le destin des summer lands ? La grande habilité d’Antonio est celle d’avoir écrit une histoire qui se lit à coup de flashback et de flashforward. Il n’y pas de linéarité directe mais c’est au lecteur de la trouver. Une fois que l’album a été écouté et les textes lus, le tableau apparait complet.

La musique


Dans l’interview que voustrouverez sur ce blog, Antonio Pantano assume ses références musicales  c'est-à-dire Rhapsody Of Fire et Queen. Il est évident que le son et la mouture de plusieurs titres est à rechercher dans le jeu de Luca Turilli et dans les albums sortis sous le nom de Rhapsody et Rhapsody Of Fire. Il nous semble surtout de trouver un lien avec l’album Legendary Tales.  De plus l’idée de lier musique et voix off que Rhapsody a utilisée depuis le recrutement de Christopher Lee a trouvée sa filiation sur Arcandia. Il faut retenir que l’utilisation de la voix off sur Arcandia donne vraiment de la profondeur à l’ensemble sans jamais en faire trop, chose qu’à mon humble avis, Rhapsody n’arrive pas à faire toujours. Musicalement j’irai même plus loin en affirmant que sur les longs titres comme Majestic Wind of the Northlands ou Escape from the Frost (Across the Crystal Lake) si le mélange des orchestrations peut faire penser à Rhapsody et le goût pour certains arrangement à Queen il me semble de trouver aussi un clin d’œil dans le jeu de la guitare à Joe Satriani et à son album Surfing With The Alien. Il y a aussi un écho de deux albums d’abord le Journey To The Centre Of The Earth de Rick Wakeman (sorti en 1974 et réédité en 2014) et Last Days Of Utopia du groupe Domain. 



L’album de Rick Wakeman est une mise en musique du livre de Jules Verne, Voyage au centre de la Terre. Sur les 27 titres qui composent l’album, 12 sont des parties en voix off qui résument l’œuvre de Verne, d’autres sont instrumentaux et d’autres ce sont de vraies et propres chansons. Le tout est rehaussé par un coté symphonique et chorale assuré par l’Orion Orchestra List Abbey et l’English Chamber Choir. L’œuvre d’Antonio Pantano va plus loin car dans Arcandia il y a le juste équilibre entre voix off et musique et en plus il explore un monde imaginaire créé de toute pièce au lieu de réinterpréter un texte littéraire existant.

L’autre écho que l’on trouve se situe dans l’album Last Days Of Utopia. Il s’agit d’un concept album d’un jeune homme qui pour soif d’aventure embarque à la recherche de nouveaux mondes. Après un naufrage, le jeune homme est le seul rescapé et se trouve sur une île où règne le bonheur absolu. La capitale de cette île paradisiaque est Utopia. Ici le jeune trouve l’amour de sa vie jusqu’à quand les habitants des l’île commencent à tourner le dos aux dieux d’Utopia. Le jeune homme avec ses histoires sur son monde à lui a attisé le cœur des hommes qui désirent de plus en plus de quitter leur île. Les dieux fâchés avec une pluie diluvienne et des vagues énormes détruiront l’île. Domain est très habile à créer un fond sonore qui sait être joyeux (la soif de découverte), harmonieux (la découverte de l’amour) et dramatique (la destruction de l’île). Cette force je la retrouve dans Arcandia et ses arrangements. Il y a ici aussi la joie liée à la soif d’aventure, le fait d’embarquer au bord d’un navire pour des nouvelles terres. Au tour à tour que l’on évolue dans l’histoire, quand les morsures du froid se font terribles, quand les rencontres deviennent dangereuses la musique sait se rendre rapide, dynamique, puissante. De même alors que l’on découvre les bois (Elvish Woods) ou que l’on apprend la destine de la reine Orania, la musique se fait plus douce, intime, triste et avec des accents folk.

Pour résumer cet album est destiné à un public patient. Il faut du temps pour l’explorer, le connaître, l’apprivoiser. Il faut l’écouter de façon attentive et surtout se laisser transporter dans le merveilleux et dangereux monde d’Arcandia.

Score 10/10







Antonio Pantano – Arcandia (2014)
1.         Intro: March to the Frozen Plain        
2.         Hymn to "Brave"       
3.         Valley of the Dragons            
4.         Icy Tempest (The Epic Frost)           
5.         Heroes of the Mighty Castle              
6.         Furia Divina (King Atheristan VI)    
7.         Orania            
8.         Ancient Folks of the North (Clash of the First Century)       
9.         Elvish Woods            
10.       Born from the Cold    
11.       On Top of the World
12.       Majestic Wind of the Northlands      
13.       Escape from the Frost (Across the Crystal Lake)     
14.       Closing: Return to Summer Lands     
15.       Cooley's Reel - Trad (Neoclassic Guitar Vers.) trad           
16.       DragonVale (RPG vers.)       




Bonus


En regardant de plus près la carte d’Arcandia un détail saute aux yeux : la frozen land ressemble à la côte sud de la Grande Bretagne. Un rapide tour sur metal-archives.com nous permet de trouver qu’Antonio est originaire de Milazzo (Sicile, Italie) et qu’il a obtenu le diplôme de prof de gym à Cambridge en Angleterre en 2010. Voici alors que ces deux éléments nous permettent d’avancer deux hypothèses.

D’abord Antonio connaît l’Angleterre et la ville de Cambridge. Si on prend une carte de l’Angleterre et on la retourne on trouve que Cambridge pourrait être le « small village » de Arcandia et que la ville de Sheffild ou de Nottigham pourraient être celle où est située la Atheristan Fortress.


A gauche une carte de l'Angleterre inversée et à droite celle d'Arcandia


Deuxièmement on pourrait imaginer que le voyage que les protagonistes de Arcandia font depuis le sud et ces terres chaudes (summer lands) vers le nord froid et inconnu (frozen land) c’est aussi le voyage que Antonio a fait dans sa vie réelle depuis le sud (chaud) de l’Italie (la Sicile) vers le nord froid (l’Angleterre et sa ville de Cambridge). De cette expérience physique il y aurait donc une partie de matière qui a germé dans la réalisation de Arcandia.














24 nov. 2014

[interview] Interview à Antonio Pantano (2014) [français]



Interview à Antonio Pantano 

(Antonio Pantano – Arcandia 2014)


Le premier album de Antonio Pantano vient de sortir comme autoproduction et se nomme Arcandia. Vu le haut niveau de l’album, votre wanderer a saisi l’occasion et a profité d’échanger sur ce sujet avec l’artiste. Bonne lecture ! 



Bonjour Antonio, d’abord je tiens à te féliciter pour ton travail. Que ce soit pour la musique ou pour l’objet, ton cd est un produit extrêmement peaufiné et intéressant. Peux-tu nous le présenter ?

Bien sur. Tu sais j’avais déjà en tête le résultat final. Concevoir le cd comme digipack c’était ce que je voulais. Ainsi il faut ouvrir le cd comme on ouvre un livre et en même temps l’aspect « papier », « cartonné » du digipack renforce l’idée d’un livre entre ses mains.

Combien de temps t’as fallu pour créer ton album dont je le rappelle tu as soigné le tout, l’histoire, l’écriture des musiques, et d’où as-tu tiré ton inspiration ?

J’ai commencé la composition en juin 2012. Comme tu peux le constater le tout m’a occupé pendant deux ans. J’ai eu le coup de foudre il y a deux ans en lisant en anglais le livre Le Trône de Fer (A Song of Ice and Fire) de l’écrivain George R. R. Martin. Je ne savais pas à l’époque que HBO avait tiré une série télé depuis le livre. J’ai eu le sentiment qu’il me fallait une bande son pendant la lecture et ainsi je me suis mis à écrire ma bande son. Du coup les titres Hymn to the Brave et Valley of the Dragons étaient nés. Et ainsi de suite les autres titres ont suivis. Je n’ai jamais perdu mon inspiration jusqu’au résultat final. 



Il y a un coté épique par moments qui peut faire penser à Rhapsody Of Fire. Quelles sont tes influences musicales ?

Je crois que tu as raison. J’admire beaucoup Rhapsody Of Fire et surtout le jeu de Luca Turilli. Je n’ai pas de honte à affirmer que j’ai grandi en écoutant vraiment beaucoup Queen et Rhapsody Of Fire qui à l’époque se nommait encore Rhapsody. Alors oui, je ne cache pas mes influences mais je crois en même temps avoir proposé un travail original.

Original sans aucun doute. Tu as réalisé aussi la carte du monde que tu as imaginé et où se déroulent les événements de ton album. Comment as-tu réalisé cela ?

Je me suis aperçu que, au fur et mesure que j’écrivais l’histoire, j’étais en train de créer un monde fantastique. Ce monde avait ses régions, les summer lands, les frozen lands ou la mer d’Orania et j’ai eu envie et je sentais la nécessité de  les visualiser et de les fixer sur une carte. Afin qu’il y ait une sorte de cohérence et afin de pouvoir proposer une produit encore plus intéressant et le complet possible. Je suis allé voir le site deviantart, site qui réunit plusieurs œuvres d’artistes, et j’ai cherché des cartes qui pouvaient m’être utiles. Malheureusement acheter et pouvoir utiliser l’une de ses œuvres coute très cher, trop cher et j’ai laissé tomber. J’ai laissé tomber mais pas vraiment. J’ai trouvé sur youtube plusieurs vidéos qui montrent comment réaliser une carte et petit à petit j’ai commencé à m’y mettre et j’ai pu réaliser ce que j’avais en tête. Finalement je crois avoir atteint un bon résultat.

Quand je disais que tu as réalisé ton album de fond en comble je n’exagérais pas. Tu t’es attelé aussi à la promotion en utilisant youtube ou en publiant ton album sur le site bandcamp.com. Qu’est-ce que tu peux nous dire à ce propos ?

Que ça a été très dur! En effet il faut vraiment se bouger. J’ai envoyé l’album à plusieurs labels. La plupart m’a répondu, négativement mais, elles ont répondu. Malheureusement elles ne sont pas très chaudes pour sortir un album instrumental avec des thématiques fantasy. En même temps j’avoue que en ce qu’il concerne le coté « social » j’ai pu assurer une promotion correcte. Peut être pas vraiment professionnelle mais je suis content de voir que l’album e été acheté en Italie et un peu partout dans le monde. 

artwork, layout © Antonio Pantano

artwork, layout © Antonio Pantano


Je crois que le but d’un artiste c’est vraiment celui de pouvoir faire partager et circuler son œuvre. Que l’on aime ou pas le plus important c’est que le message trouve son public.

Je suis d’accord. J’ai réalisé cet album pour moi. J’en ressentais le besoin et j’avais vraiment envie de créer quelque chose. Quelque chose qui puisse rester. En même temps en tant qu’artiste je suis heureux que beaucoup de gens puissent écouter cet album et j’espère l’apprécier.

L’album est disponible en format physique sur le bandcamp comme on a dit. Il n’y a pas de copie digitale, pourquoi ?

Je reviens à ce que l’on a dit avant. Mon but était de créer une œuvre complète: musique, une histoire, une carte, un cd qui s’ouvre comme un livre, pour proposer une expérience la plus complète possible. Mettre l’album en ligne signifie en lui ôter une part. Ce n’est pas seulement la crainte qu’il soit téléchargé illégalement. Je crois que si quelqu’un le télécharge il va écouter un titre ou deux, peut être au hasard, et il ne vit pas dans sa totalité l’expérience à laquelle je me suis consacré avec autant d’efforts.

Je crois que tu as entièrement raison. Cet album doit être écouté et dans un certain sens vécu. J’ai l’ai écouté allongé avec des écouteurs avec le livret entre mes mains et je me suis laissé embarquer. Je crois, et je ne pense pas que ce soit un défaut, que Arcandia est un album difficile. Il faut entrer dans un nouveau monde, essayer de le connaître, de connaître son histoire, sa géographie et interpréter ses lignes mélodiques, ses dialogues, ses bruits, ses sons et la totalité de cet « instrumental ». Il n’y a pas la facilité liée à une forme chanson plus classique couplet / refrain / solo et ainsi de suite. Il faut faire preuve d’une attention particulière qui sera récompensée au final.

Je crois que tu as vraiment saisi le tout. C’est un album de niche et il demande une certaine condition pour être apprécié. Parmi les critiques on m’a dit qu’il n’y a pas de chant.

Critique absurde puisque c’est évident que un album instrumental ne présente pas de chant. C’est comme si j’achetais une voiture électrique et puis je me plaignais qu’elle n’ait pas la même autonomie d’une voiture à essence. En même temps je crois que tu as contourné un gros problème. C'est-à-dire que l’utilisation d’un narrateur en voix-off qui raconte les aventures est fait au compte goutte. La narration ne casse pas la musique mais au contraire la met encore plus en valeur.

Il a été très difficile de réussir à bien doser le tout. Je crois que depuis que Rhapsody a enrôlé Christopher Lee comme narrateur le groupe a atteint le bon équilibre entre musique et narration. J’ai essayé de m’inspirer d’eux. En même temps je ne te cache pas que si je pouvais avoir dans mes rangs un chanteur tel que Fabio Lione, je pourrai alors essayer de composer différemment et envisager des titres chantés. Qui sait ?

Je ne crois pas que ça vaille le coup d’avoir Fabio Lione, étant donné qu’entre Angra, Rhapsody et Vision Divine il commence à être omniprésent. Juste encore une question sur l’histoire. Qui sont les personnages de Tarikk et de Symond ?

C’est moi. C’est moi en même temps. L’un représente ma part joyeuse et solaire. L’autre mon coté sombre et introspectif. Les voix des personnages sont les miennes par contre celle du narrateur est celle de Peter Baker de la BBC


Même si tu es en pleine promotion de Arcandia, est-ce que tu as déjà quelques idées pour l’avenir ?

Il est vrai que je suis en pleine promotion et j’avoue qu’une fois l’album terminé je suis en train de me poser un peu. J’ai vraiment beaucoup travaillé non stop pendant deux années et j’essaie de lever un peu le pied. En même temps j’ai quelques petites idées pour le futur et j’essaie de les mettre de coté et de les laisser germer. On verra bien.

Antonio je te remercie pour cette interview. Veux-tu le mot de la fin ?

C’est moi qui te remercie pour le temps que tu m’as accordé et je voudrai aussi saluer tous tes lecteurs et les inviter à rentrer dans le monde d’Arcandia.







[interview] Intervista ad Antonio Pantano (2014) (italiano)



Intervista ad Antonio Pantano 

(Antonio Pantano – Arcandia 2014)



E’ appena uscito come autoproduzione il primo album di Antonio Pantano e si chiama Arcandia. Visto il valore dell’album, l’occasione era troppo ghotta et il vostro wanderer ne ha approfittato per fare una chiacchierata con l’artista. Buona lettura !




Ciao Antonio, prima di tutto vorrei farti i complimenti per il tuo lavoro. Sia musicalmente che come oggetto, il tuo cd è un prodotto estremamente curato e interessante. Puoi presentarcelo?

Certamente. Vedi avevo in mente precisamente il risultato finale. Concepire il cd come digipack era quello che volevo. In questo modo bisogna aprire il cd proprio come si apre un libro e allo stesso tempo l’aspetto cartaceo, “cartonato” del digipack rafforza l’idea di libro.

Quanto tempo hai impiegato per creare il tuo album, di cui ricordo ti sei occupato di tutto, dalla storia alla scrittura di tutte le parti strumentali, e da dove è nata questa tua idea?

Ho cominciato a comporre nel giugno 2012. Il tutto mi ha occupato per circa due anni come vedi. Ho avuto un colpo di fulmine due anni fa quando comincia a leggere in inglese il libro Le Cronache del ghiaccio e del fuoco (A Song of Ice and Fire) dello scrittore George R. R. Martin. Non sapevo ancora che dal libro era stata tratta la serie televisiva della HBO. L’idea che ho avuto è che mi sarebbe piaciuto avere una colonna sonora durante la lettura del libro. Cosi’ di getto sono nate le due prime composizioni Hymn to the Brave e Valley of the Dragons. Poi da cosa nasce cosa e non ho mai perso l’ispirazione fino al risultato finale.



In certi momenti, durante l’ascolto, si puo’ notare una componente epica che puo’ far pensare ai Rhapsody Of Fire. Quali sono le tue influenze musicali?

Guarda hai ragione. Ammiro molto i Rhapsody Of Fire e specialmente il modo di suonare di Luca Turilli. Non mi vergogno a dirlo ma ti posso dire che sono cresciuto ascoltanto tantissimo i Queen e i Rhapsody Of Fire che all’epoca si chiamavano ancora Rhapsody. Quindi si, non nascondo le mie influenze ma penso allo stesso tempo di aver proposto un lavoro originale.

Originale senza dubbio. Hai anche curato la cartina del mondo che hai immaginato e dove si svolgono gli avvenimenti del tuo disco. Come hai affrontato questa cosa?

Mi sono reso conto, man mano che componevo e che scrivevo la storia, che stavo creando un mondo fantastico. Questo mondo con le sue regioni, le summer lands, le frozen lands o il mare di Orania, avevo voglia e sentivo il bisogno di visualizzarle e di fissarle su una carta. Per avere una coerenza maggiore e poter proporre un prodotto ancora piu’ interessante e completo possibile. Sono andato sul sito deviantart che riunisce numerossissime gallerie di artisti e ho cercato delle cartine che mi potessero interessare. Purtroppo i prezzi per aquistare un’opera e poterla poi utilizzare sono troppo onerosi e ho lasciato perdere. Ho lasciato perdere fino a un certo punto. Ho cominciato a cercare su youtube diverse video su come realizzare una cartina, una mappa, e piano piano mi ci sono messo e ho realizzato quello che volevo. Quando non componevo, disegnavo e viceversa. Alla fine mi sembra di aver raggiunto un buon risultato.

Quando dicevo che hai curato il tuo album dalla A alla Z non esageravo. Hai anche dovuto occuparti della parte promozionale che sia utilizzare youtube o pubblicare l’album su bandcamp.com. Cosa ci puoi dire a proposito?

Che è un lavoraccio ! In effetti bisogna veramente darsi da fare. Ho inviato l’album a numerose case discografiche. La maggior parte mi ha risposto. Negativamente, ma mi ha risposto. Purtroppo non sono molto interessate a pubblicare un album strumentale a carattere fantasy. Allo stesso tempo riconosco che sotto il profilo dei “social media” sono riuscito a fare una promozione, forse non professionale, ma mi fa piacere vedere che il disco si vende in Italia e in tutto il mondo. 

artwork, layout © Antonio Pantano


artwork, layout © Antonio Pantano


Credo che lo scopo di un artista sia proprio quello di poter diffondere e far conoscere il proprio lavoro. Che piaccia o meno, l’importante è che il messaggio trovi un pubblico.

Sono d’accordo. Il disco l’ho fatto per me. Ne sentivo il bisogno e avevo davvero voglia di creare qualcosa. Qualcosa che possa restare. Allo stesso tempo come artista mi fa piacere che l’album possa essere ascoltato da più persone e che possa, spero, essere apprezzato.

L’album è disponibile in formato fisico su bandcamp come detto. Non è prevista la copia digitale, come mai?

Mi ricollego a quanto detto prima. Il mio scopo era di creare un’opere completa: musica, una storia, una mappa, un cd che si apre come un libro, per proporre una esperienza la più completa possibile. Mettere l’album in linea significa amputarne una parte. Non è solo la paura che sia scaricato illegalmente. Penso che se qualcuno lo scarica poi si sente un titolo o due magari a caso, non vive completamente l’esperienza che mi sono sforzato di creare.

Ti do’ pienamente ragione. Questo album va ascoltato e in qualche modo vissuto. Personalmento l’ho ascoltato sdraiato con delle cuffie e con il libretto tra le mani e mi sono lasciato trasportare. Penso, e non è un difetto, che Arcandia sia un album difficile. Bisogna entare in un mondo nuovo, cercare di conoscerlo, conoscere la storia, la geografia e interpretare le linee melodiche, i dialoghi, i rumori, i suoni e il tutto è strumentale. Non abbiamo la “facilità” di una forma canzone con le sue strutture più tradizionali come strofa / ritornello /  assolo e cosi via. Ci vuole un’attenzione particolare che poi sara’ premiata.

Credo che hai colto pienamente il tutto. E’ un album di nicchia e richiede una certa condizione per assimilarlo e apprezzarlo. Tra le critiche mi hanno detto che manca il cantato.

Critica assurda. Perché è logico che su un album strumentale non ci sia il cantato. E’ come comprare un’auto elettrica e lamentarsi che non abbia la stessa autonomia di una macchina che va a benzina. Allo stesso tempo credo che hai evitato un grosso problema cioè l’utilazzazione di un narratore che descrive le avventure del tuo mondo è fatto con parsimonia. La narrazione non interferosce sulla musica ma anzi la mette ancora più in risalto.

Guarda è stato difficile cercare di dosare il tutto. Credo che i Rhapsody da quando hanno “arruolato” Christopher Lee come narratore abbiano raggiunto il giusto equilibrio tra narrazione e musica. Ho cercato di ispirarmi dalle loro opere. Certo mi dico anche che se potessi avere a disposizione un cantante come Fabio Lione potrei allora cercare di comporre diversamente e proporre una forma canzone all’avvenire, chissà.

Fabio Lione non so se ti convenga visto che tra Angra, Rhapsody e Vision Divine comincia a essere dappertutto. Certo il suo talento è innegabile. Senti ancora una domanda sulla storia. Chi sono i due personaggi principali Tarikk et Symond?

Sono io. Sono io allo stesso tempo. Uno rappresenta la mia parte più gioiosa e vitale, l’altro la mia parte più pensierosa, cupa, riflessiva. Le voci dei personaggi sono mie. Mentre la voce del narratore è di Peter Baker della BBC.


Anche se sei in piena promozione per Arcandia, hai già qualche idea per il futuro?

E’ vero. Sono in piena promozione e ti confesso che una volta terminato l’album mi sto in qualche modo riposando un po’. I due anni di lavoro mi hanno dato veramente molto da fare e ora cerco di rilassarmi. Allo stesso tempo ho qualque idea per il futuro e cerco di lasciarla crescere e vedere che frutti dara’.

Antonio ti ringrazio per questa intervista. Vuoi concludere tu?

Sono io che ti ringrazio del tempo che mi hai dedicato e vorrei salutare tutti i tuoi lettori e invitarli nel mondo di Arcandia.