Antonio Pantano – Arcandia (2014)
Se dovessimo riassumere con una formula il primo album di Antonio Pantano
che si chiama Arcandia, potremmo dire che è un “piccolo gioiello”. Dobbiamo
riconoscerere che a forza di recensire dischi e di pubblicare notizie di gruppi
che si dicono gli uni più innovativi degli altri, dopo un po’ una certa routine
ci assale. Per fortuna con Arcandia, Antonio sforna un album che si discosta da
percorsi già tracciati e che vi parla al cuore.
Il concept
Alla base di Arcandia c’è un concept. Antonio Pantanto ha comprato due anni
fa in lingua originale il libro Cronache del ghiaccio e del fuoco (A Song of
Ice and Fire) dello scrittore George R. R. Martin. Non sapeva ancora che HBO
aveva realizzato una serie televisiva tratta da questo libro. Cosi’ ha sentito
il bisogno di avere una colonna sonora, un fondo sonoro, durante la lettura,
per trasmettere e approfondire i suoi sentimenti. Allora si è messo a scrivere
la sua colonna sonora. Questo album è il frutto della sua passione. Antonio ha
composto, prodotto e mixato Arcandia. Non solo ne ha immaginato la copertina,
il libretto, ha disegnato la mappa di Arcandia ma si dedica anche alla
promozione dell’album. Possiamo immaginare con facilità a che punto si sia
investito per realizzare questo progetto. Come risultato finale Arcandia si
presenta come digipack, si apre come un libro ed è la colonna sonora fantasy
che riunisce elementi del mondo di George R. R. Martin et di videogiochi come
Skyrim o Warcraft.
La storia
Accanto al concept di realizzare un cd che possa offrire una esperienza
completa come quella di guardare un film, leggere un libro o giocare a un videogioco,
c’è un altro concept ossia quello della storia ambientata nel mondo di
Arcandia. Per avere un impatto più forte Arcandia si presenta come album
strumentale dove si trova qui e la’ una voce fuori campo che racconta parti
della storia e che fa da filo conduttore tra i vari avvenimenti. Questa voce è
quella di Peter Baker della BBC. Inoltre le voci dei personaggi sono state
realizzate da Antonio. La storia, senza rivelare troppi dettagli visto che vi
suggeriamo di comprare il cd, è quella degli abitanti delle summer lands che
decidono di scoprire e di esplorare nuove terre e una volta attraversato il
mare di Orania approdano nella frozen land. Qui incontrano degli abitanti e
delle creature come troll, elfi e i pericolosi Unskinned. Riusciranno a
soppravvivere ? Quale sarà il destino delle summer lands? Il grande talento di
Antonio è quello di avere scritto una storia che si presenta sotto forma di
flashback e di flashforward. Non c’è una cronologia, una successione di fatti diretta
ma è il lettore che deve trovarla. Una volta ascoltato il disco e letto il
libretto allora tutta la storia appare nella sua globalità.
La musica
Nella intervista che trovate in questo blog, Antonio Pantano rivela che le
sue influenze musicali sono i Rhapsody Of Fire e i Queen. E’ evidente che il
suono e certe architetture di alcuni titoli si ispirano al modo di suonare di
Luca Turilli e ai dischi dei Rhapsody Of Fire. Ci sembra di trovare un’eco con
l’album Legendary Tales. Inoltre l’idea di unire la musica a una voce fuori
campo che i Rhapsody utilizzano da quando hanno introdotto Christopher Lee nel
gruppo, questa stessa idea la ritroviamo in Arcandia. Bisogna sapere che su
Arcandia l’utilizzo di una voce fuori campo dà un grande risalto all’album
senza mai essere predominante cosa che, a notro modesto parere, i Rhapsody non
riescono sempre a fare.
Musicalmente, ci sentiamo di dire che sui titoli piu’ lunghi come Majestic
Wind of the Northlands o Escape from the Frost (Across the Crystal Lake) se il
ricorso alla sinfonia puo’ far pensare ai Rhapsody e il gusto per certi
arrangiamenti a Queen, ci sembra di trovare un feeling che ritroviamo nel modo di
suonare di Joe Satriani sul suo album Surfing With The Alien. Troviamo anche un
certa “risonanza” com due dischi come Journey To The Centre Of The Earth de
Rick Wakemen (pubblicato nel 1974 e uscito in una nuova edizione nel 2014) e Last
Days Of Utopia del gruppo Domain.
L’album di Rick Wakeman mette in musica il libro di Jules Verne, Viaggio al
centro della Terra. Sui 27 titoli che lo compongono 12 sono una voce fuori
campo che riassume l’opera di Verne, altri sono strumentali e altri sono delle
vere e proprie canzoni. Il tutto è arricchito di una componente sinfonica e
corale assicurata dall’Orion Orchestra List Abbey e dall’English Chamber Choir.
Il lavoro di Antonio Pantano va ancora più lontano visto che in Arcandia c’è il
giusto equilibrio tra voce fuori campo e musica e in più c’è l’esplorazione di
un mondo fantastico creato appositamente invece di una reinterpretazione di un
mondo letterario già esistente.
L’altro disco con cui troviamo una certa “risonanza” è Last Days Of Utopia.
Si tratta di un concept album incentrato sulla figura di un giovane che
desideroso di avventura e di novità si imbarca lasciando il suo paese. Dopo un
naufragio questo giovane si trova essere l’unico superstite e approda su
un’isola dove regna la
felicità. La capitale di quest’isola paradisiaca è la città
di Utopia. Qui il giovane trova l’amore fino a quando gli abitanti dell’isola
smettono di rendere omaggio alle loro divinità. Il giovane raccontanto la sua
storia e il suo mondo ha fatto in modo di interessare gli abitanti dell’isola
che non vedono l’ora di lasciarla anche loro per un mondo nuovo. Gli dèi
adirati distruggono l’isola con pioggia e onde disumane. Domain è molto abile a
creare una musica che corrisponda in pieno alle emozioni descritte come la
gioia (la sete di nuove scoperte), l’armonia (la scoperta dell’amore), il
dramma (la distruzione dell’isola). Ritroviamo questa forza e questa abilità in
Arcandia e nei suoi arrangiamenti. Anche qui vi è la gioia legata alla ricerca
di nuove terre e il fatto di imbarcarsi per nuove mete. Man mano che la storia
si svolge, quando i morsi del freddo si fanno spietati, quando gli incontri diventano
pericolosi, la musica sa essere rapida, dinamica, potente. Come invece quando
scopriamo i boschi (Elvish Woods) o che conosciamo il destino della regina
Orania, la musica diventa dolce, malinconica, triste con degli elementi più
folk.
Per riassumere possiamo dire che questo album è rivolto a un pubblico
paziente. Ci vuole del tempo per esplorarlo, conoscerlo, farlo proprio. Bisogna
acoltarlo con attenzione e soprattutto lasciarsi trasportare nel fantastico e
pericoloso mondo di Arcandia.
Voto 10/10
Antonio Pantano – Arcandia (2014)
1. Intro: March
to the Frozen Plain
2. Hymn to
"Brave"
3. Valley of
the Dragons
4. Icy Tempest (The Epic Frost)
5. Heroes of the Mighty Castle
6. Furia Divina (King Atheristan VI)
7. Orania
8. Ancient Folks of the North (Clash of the
First Century)
9. Elvish Woods
10. Born from the Cold
11. On Top of the World
12. Majestic Wind of the Northlands
13. Escape from the Frost (Across the Crystal Lake)
14. Closing: Return to Summer Lands
15. Cooley's Reel - Trad (Neoclassic Guitar
Vers.) trad
16. DragonVale
(RPG vers.)
Bonus
Guardando un po’ più da viciono la mappa di Arcandia un dettaglio balza
agli occhi : le frozen lands assomigliano al sud della Gran Bretagna.
Un’occhiata al sito metal-archives.com ci permette di sapere che Antonio è
originario di Milazzo (Sicilia, Italia) e che ha ottenuto il disploma di
professore di ginnastica a Cambridge in Inghilterra nel 2010. questi due
elementi ci permettono di avanzare due ipotesi.
Primo che Antonio conosce l’Inghilterra e la città di Cambridge. Se
prendiamo una carta dell’Inghilterra e la ribaltiamo troviamo che Cambridge
potrebbe essere il « small village » di Arcandia et che la città di
Sheffild o di Nottigham potrebbe essere quella dove si trova la Atheristan Fortress.
A sinistra la mappa dell'Inghilterra rovesciata e a destra la mappa di Arcandia |
Secondo, potremmo allora immaginare che il viaggio che i protagonisti di
Arcandia compiono dal sud (le terre miti delle summer lands) verso il nord
freddo e sconosciuto (frozen land) sia anche il viaggio che Antonio ha fatto
nelle sua vera vita dal sud (caldo) dell’Italia (la Sicilia) verso il nord
freddo (Inghilterra, Cambridge). Questa esperienza reale avrebbe allora dato
una base per la realizzazione di Arcandia.
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